domenica 18 aprile 2021

domenica 3 maggio 2020

domenica 1 marzo 2020

Quando il cielo ride

Oggi è arrivata la triste notizia che Elisabetta Imelio, cantante e bassista dei Prozac +, non c'è più. Se avessi più voglia di scherzare direi "non c'è +". Ma non ne ho. 
E mi dico che sto facendo la quantenne amareggiata che guarda alla perduta età dell'oro e dell'innocenza, eppure  Elisabetta, Dolores, io le ricordo, impresse forte sulla mia pelle ricettiva di adolescente, fieri strani animali potenti, debordanti di originale forza che trascina, prima di tutto i maschi. Le ricordo. Ho presente quanta carica mal spesa mi hanno instillato nelle lunghe ore quasi autistiche in cui il mangianastri compiva un miracolo insieme alle cassette faticosamente recuperate. Cassette abusive che più abusive (ok, + abusive) di così non era concepibile, e per questo il loro svolgersi emanava insieme alle note anche tutta la mia fatica impiegata nell'inciderle con pazienza, ché lo sapete che significa per un'adolescente avere pazienza? Oppure cassette regolarmente comprate. E anche lì fatica, perche negli anni novanta per una ragazzina dell'hinterland scegliere di acquistare una cassetta significava un pomeriggio intero per prendere vari mezzi pubblici, sapendo che si stavano spendendo tutti i fondi disponibili da lì ad un mese, minimo. Ma non mi pentivo mai. Erano soldi ben spesi quelli che sceglievo di impegnare per la musica che valeva invece che per trucchi e vestiti, tralasciando i viaggi che neppure esistevano per me. Quelli erano per i liceali della Milano bene, quegli stessi per cui io risultavo troppo provinciale. Eppure ai Prozac + state certi che ci sono approdata prima io di loro che prima dovevano informarsi coi loro leader di fiducia su che cosa fosse figo ascoltare. 
Per tutto questo mi rode aver visto spegnersi troppo presto le luci di queste stelle che con la loro potenza mi hanno fatto credere che la vita adulta poteva essere uno splendore carico di promesse, pure se io non ci ho messo la loro stessa forza, e i miei sogni li ho lasciati evaporare senza neppure accorgermene davvero.
Roba che loro, Dolores ed Elisabetta, avrebbero potuto dirmi "cioè, tu che non ci hai neanche provato di che ti rattristi? Noi il nostro l'abbiamo fatto. Sei tu che sei stata a guardare".
E forse è proprio per questo che la loro scomparsa mi sgomenta ancora di più.
Rimango io a fissare in cerca di ispirazione un cielo sempre più vuoto.
+.

lunedì 24 febbraio 2020

24 febbraio 2020

Questa mattina, armata di secchio e straccio, ero leggermente infastidita per il fatto che ancora non abbia trovato il modo di schioccare le dita e animare il buon manico di scopa convincendolo a pulire al posto mio. E magari portarmi pure il caffè.
La radio trasmetteva gli aggiornamenti sul corona virus su cui ho preferito sorvolare incantandomi davanti ad un raggio di sole che filtrava dalla porta-finestra. Più in là, nel parco di fronte, una scena insolita per un lunedì: un papà ha giocato per tutta la mattina con le sue bimbe.
Potere positivo dei felici risvolti che può prendere la città bloccata dal virus, insieme ad un'aria molto più respirabile. Quelle bambine, ne sono certa, si ricorderanno di questo momento strappato alla routine scolastica come di uno dei più vivi della loro vita. Ne sono certa.